Gli Emirati Arabi Uniti arrivano a questa sfida con un approccio tattico sempre più maturo sotto la guida del loro tecnico, che ha costruito una squadra compatta e ben bilanciata tra difesa e transizione offensiva. L’uso del 4-2-3-1 consente un’uscita palla fluida dalle retrovie e la possibilità di creare superiorità numerica sulle corsie laterali, dove i terzini spingono con continuità. La gestione del possesso sarà fondamentale, e i padroni di casa cercheranno di controllare i ritmi sfruttando l’esperienza dei loro centrocampisti centrali e la velocità negli ultimi metri.
L’Iraq, dal canto suo, si presenta con un impianto più reattivo, basato su un 4-3-3 che tende a compattarsi in fase difensiva trasformandosi in un 4-5-1. La squadra irachena ha mostrato buona solidità nelle precedenti partite, ma fatica spesso a mantenere l’intensità per tutti i 90 minuti. In trasferta soffre particolarmente quando è costretta a rincorrere il risultato, e la gestione delle transizioni negative può rivelarsi un punto debole se gli Emirati riescono a verticalizzare rapidamente dopo il recupero palla.
Considerando il fattore campo, la maggiore qualità individuale e la coesione tattica degli Emirati, la previsione più probabile è una vittoria dei padroni di casa. L’Iraq potrebbe trovare la rete grazie a un episodio o un’azione isolata, ma nel complesso la struttura offensiva degli Emirati e il loro pressing alto dovrebbero fare la differenza. Si prevede un match combattuto ma con il predominio territoriale dei locali, in grado di imporsi con un 2-1 finale.