Il Rayo Vallecano imposta subito il ritmo con il suo solito marchio di fabbrica: pressione alta, intensità nei duelli e grande coinvolgimento degli esterni offensivi. Isi Palazón e Álvaro García diventano costantemente i due punti di riferimento principali per creare superiorità numerica e costringere gli avversari a difendersi in zona bassa. In casa, il Rayo parte quasi sempre forte, alza immediatamente il baricentro per recuperare palla nella trequarti avversaria e trasformare le prime situazioni utili in conclusioni rapide. Tuttavia, questa aggressività comporta rischi importanti: quando la prima pressione viene superata, la squadra resta spesso lunga e vulnerabile alle transizioni.
Il Valencia arriva con un’impostazione diversa: squadra più compatta, orientata al controllo degli spazi centrali e alle ripartenze verticali. Pepelu e Javi Guerra danno equilibrio e conduzione, mentre André Almeida fornisce qualità tra le linee. Gli esterni, Fran Pérez e Diego López, attaccano molto bene la profondità e possono diventare decisivi proprio nelle situazioni in cui il Rayo si sbilancia troppo. La squadra valenciana, però, soffre nei momenti in cui perde il controllo emotivo della gara e può andare in difficoltà se subisce un pressing continuo.
Tatticamente, si tratta di una partita dove entrambe le squadre troveranno momenti favorevoli: il Rayo grazie alla sua intensità e al ritmo imposto davanti ai propri tifosi, il Valencia per la sua capacità di sfruttare gli spazi alle spalle del pressing. La combinazione di questi fattori rende il pareggio l’esito più equilibrato. Nessuna delle due sembra possedere sufficiente continuità per dominare tutta la gara, e i momenti di pressione e risposta dovrebbero alternarsi fino ai minuti finali, portando a una divisione dei punti.