Il Midtjylland arriva a questo playoff di Europa League con l’inerzia giusta: pressing alto, fisicità e una struttura di gioco che oscilla tra 4-3-3 e 4-2-3-1, capace di trasformarsi in un assedio continuo al MCH Arena. La squadra di Thomas Thomasberg punta molto sulla riconquista immediata e sulle palle inattive, armi con cui spesso piega avversari meno abituati all’intensità danese. In casa, davanti a circa diecimila spettatori, i “lupi” sono tradizionalmente affidabili e mantengono un ritmo che spesso fa la differenza nelle notti europee, soprattutto contro squadre provenienti da campionati meno fisici.
Il KuPS, allenato da Jarkko Wiss, è invece una formazione ordinata, con un 4-3-3 che in fase difensiva diventa un compatto 4-5-1. I finlandesi si affidano alla disciplina tattica, all’ampiezza e alle ripartenze veloci per sorprendere, ma pagano dazio contro avversari forti nel gioco aereo e nelle situazioni da fermo. L’eliminazione in Champions League contro il Kairat ha mostrato limiti strutturali, sebbene la successiva qualificazione contro l’RFS abbia ridato fiducia. Il contesto danese, però, è proibitivo: il Midtjylland ha qualità e profondità per imporre ritmo e intensità, con concrete possibilità di indirizzare già l’andata a proprio favore.