Il Le Havre arriva a questa sfida con l’obiettivo dichiarato di riscattare una fase di campionato altalenante, puntando forte sulla solidità del proprio 4-3-3 compatto e ben organizzato. In casa la squadra tende a mantenere un blocco medio-basso, con i terzini prudenti e i tre centrocampisti molto stretti a protezione della zona centrale: l’idea è di chiudere le linee di passaggio interne, indirizzare il possesso avversario verso l’esterno e recuperare palla per poi sviluppare rapidamente sulle corsie. La presenza di un centravanti fisico permette di risalire il campo anche con giocate dirette, aprendo spazi per gli inserimenti delle ali e delle mezzali.
Il Paris FC, invece, predilige un calcio più verticale e aggressivo, spesso schierato con un 4-2-3-1 in cui il doppio mediano ha il compito di rompere il gioco avversario e far partire immediatamente la transizione offensiva. In trasferta, però, questa impostazione rischia di lasciare qualche buco tra centrocampo e difesa, soprattutto quando i terzini si alzano contemporaneamente e la linea non riesce a salire in maniera coordinata. Contro un Le Havre disciplinato e molto attento nelle seconde palle, questo può diventare un punto debole importante: i padroni di casa hanno le caratteristiche giuste per sfruttare gli spazi concessi alle spalle dei mediani parigini.
Tatticamente la partita si può incanalare su un copione chiaro: Le Havre che lavora di compattezza, densità centrale e ripartenze controllate, Paris FC che prova a prendere campo ma rischia di sbilanciarsi quando aumenta il numero di uomini coinvolti nella fase offensiva. La maggiore organizzazione difensiva dei normanni, unita al fattore campo e alla capacità di colpire su palla inattiva, fa propendere per una gara bloccata ma leggermente favorevole ai padroni di casa. Nel complesso, la previsione più coerente è una vittoria di misura del Le Havre, maturata grazie alla solidità collettiva e a una migliore gestione dei momenti chiave.