La Fiorentina arriva con una struttura tattica molto definita, basata su un 4-2-3-1 fluido che diventa un 2-3-5 in fase offensiva. La squadra di Italiano spinge forte con i terzini, alza il baricentro e domina il possesso, soprattutto nelle partite interne. La Viola ha due linee di rifinitura molto efficaci: una costituita dal trequartista e dall’esterno di fascia opposta, e l’altra dalle mezzepunte che attaccano i mezzi spazi. Contro una Dinamo Kiev che soffre gli attacchi rapidi e la densità centrale, la Fiorentina dovrebbe riuscire a creare un volume elevato di occasioni.
La Dinamo Kiev, invece, tende ad abbassarsi troppo nei match europei in trasferta. Il loro 4-3-3 diventa spesso un 4-5-1 passivo, con difficoltà nel trovare uscita pulita dalla pressione. La difesa ucraina fatica quando viene isolata in uno contro uno o quando deve correre verso la propria porta, situazioni che la Fiorentina sfrutta molto bene grazie alla velocità degli esterni e agli inserimenti dei centrocampisti. La Dinamo può essere pericolosa solo in ripartenza o su palla inattiva, ma faticherà a sviluppare un piano gara consistente.
La differenza di intensità, ritmo e qualità tecnica appare netta. La Fiorentina, oltre ad avere maggiore profondità di rosa e miglior struttura nel palleggio, controlla meglio i momenti della partita, soprattutto nel suo stadio. Se mantiene ordine difensivo e precisione negli ultimi metri, la Viola ha tutte le condizioni per vincere con margine. Per tutte queste ragioni, l’esito più solido resta il segno 1, con una Fiorentina superiore per gioco, continuità e volume offensivo.