L’Elche arriva a questo incontro con un’identità chiara: blocco medio, densità centrale e ripartenze rapide sfruttando la mobilità di Boyé e le conduzioni di Tete Morente. La squadra tende a difendere in modo compatto, ma fatica quando viene attirata verso la propria area, soprattutto contro avversari che mantengono un ritmo alto nel fraseggio esterno. La costruzione dal basso è funzionale, ma può diventare rischiosa contro squadre aggressive sulla prima pressione.
Il Girona si presenta con un modello di gioco molto più consolidato e ricco di varianti tattiche. Aleix García e Yangel Herrera gestiscono il centrocampo con grande pulizia, mentre gli esterni—Miguel Gutiérrez e Yan Couto—si inseriscono costantemente creando superiorità sulle fasce. Tsygankov e Portu danno grande mobilità alla trequarti, mentre Dovbyk rappresenta una minaccia continua in profondità e in area di rigore. Il Girona tende a dominare possesso e territorio, e soprattutto a creare molte occasioni attraverso rotazioni e triangolazioni continue.
Tatticamente, l’Elche potrebbe trovare qualche spazio in transizione, ma la continuità del Girona nella gestione del ritmo e nella creazione di linee di passaggio interne dovrebbe fare la differenza. La superiorità tecnica del centrocampo catalano e la loro capacità di verticalizzare rapidamente rendono più probabile una vittoria ospite. L’Elche può competere, soprattutto nei momenti di caos, ma sul lungo periodo l’organizzazione del Girona sembra nettamente superiore.