Il Barcelona arriva al Villamarín con un’identità tattica più chiara rispetto all’inizio della stagione: costruzione dal basso, grande ampiezza con gli esterni e utilizzo continuo delle rotazioni tra centrocampo e trequarti. Con Lamine Yamal e Raphinha larghi, la squadra crea molte situazioni di uno contro uno che costringono il Betis ad abbassarsi. De Jong e Fermín garantiscono conduzione e inserimenti, mentre Lewandowski funge da finalizzatore e catalizzatore nelle combinazioni interne, aprendo spazi preziosi per gli esterni.
Il Betis, invece, cercherà di contrastare il dominio blaugrana attraverso una struttura difensiva compatta, affidandosi alla qualità tecnica di Fekir tra le linee e alle accelerazioni di Ayoze Pérez. La squadra andalusa proverà a colpire soprattutto nelle transizioni offensive, ben sapendo che il Barça tende a lasciare qualche spazio quando perde palla in zone interne. Guido Rodríguez avrà un ruolo essenziale nel rompere le linee di passaggio e rallentare la costruzione catalana.
Tatticamente il match si orienta verso un confronto tra possesso e transizione: il Barcellona controllerà il gioco, mentre il Betis aspetterà gli errori per ripartire. Tuttavia, la maggiore qualità negli ultimi trenta metri, unita alla capacità degli esterni catalani di creare superiorità costante, dovrebbe permettere al Barcellona di imporsi a lungo andare. Il Betis può essere pericoloso, soprattutto in casa, ma la continuità tecnica dei blaugrana è superiore e rende la vittoria ospite l’esito più coerente.